Adagiata in una suggestiva vallata tra le Alpi Dinariche attraversata dal fiume Mikjacka, Sarajevo potrebbe sembrare più una tranquilla città di montagna che una capitale europea.
Se il contesto naturale fa pensare a un idillio, la storia recente di Sarajevo ha le tinte fosche di una tragedia: l’attuale capitale della Bosnia-Erzegovina è stata una delle città più martoriate dalla guerra nell’ex Jugoslavia ed è diventata l’emblema della sofferenza della popolazione in quegli anni drammatici. Sono passati poco più di vent’anni, ma le ferite hanno lasciato solchi profondi sulle pareti, sulle strade e sulle anime delle persone di cui è facile accorgersi passeggiando per la città. Perché visitarla, allora?
Per conoscere e per capire, ma anche per vivere un’esperienza di viaggio intensa e soddisfacente. Sarajevo è una città peculiare, che trova nella convivenza pacifica di più culture il suo principale motivo di fascino: etnie e religioni diverse oggi, come prima della guerra, vivono insieme senza separazioni creando un mix davvero unico e altamente suggestivo di religioni, architetture, voci e suoni. Nuovi edifici sono continuamente in costruzione, seppur senza un piano ordinato: incoraggianti segnali di ripresa e di ottimismo.
Chi è disposto a lasciare da parte le mete top del turismo europeo per avvicinarsi a destinazioni meno note punti dritto a Sarajevo. Qui più che altrove vi sarà facile entrare in contatto con la popolazione locale e vi sorprenderete della loro accoglienza, non invadente ma calorosa e sincera, della loro dignità unita a una gran voglia di divertirsi e al loro imbattibile umorismo nero.
Il clima lascia un po’ a desiderare (Sarajevo è una città molto fredda d’inverno e torrida d’estate, quasi sempre nuvolosa), ma si compensa con prezzi economicissimi di hotel e ristoranti, un fitto calendario di eventi durante tutto l’anno e tante cose da vedere.
Sarajevo ha una quantità di cose da vedere sufficiente per tenervi occupati ben più di un weekend.
Se volete un viaggio dal significato profondo potete concentrarvi sui musei, i monumenti e gli angoli della città legati alla guerra degli anni Novanta. Se alla memoria preferite la speranza potete crearvi un itinerario cittadino alla scoperta delle più belle chiese, sinagoghe e moschee di Sarajevo, testimonianza della convivenza pacifica di popoli. Nessuno però vi vieta di trascorrere la vostra vacanza nella capitale bosniaca semplicemente andando a zonzo per il vivace quartiere di Bašcaršija.
Qualunque sia il tipo di vacanza che volete fare, ecco le attrazioni da non perdere a Sarajevo.
Bašcaršija è il centro storico di Sarajevo: un caratteristico agglomerato di case, negozi, edifici religiosi e monumenti storici. È bello girare un po’ a caso per le strette vie del centro per poi gettarsi in Ferhadija, la principale via pedonale, provare un caffè turco in una delle sue tante caffetterie e osservare il via vai di gente.
Il Ponte Latino è il ponte più antico di Sarajevo e uno dei simboli della città: più volte distrutto e ricostruito nel corso della sua storia, è una sorta di monumento alla capacità di Sarajevo di resistere e rinascere dopo ogni difficoltà.
Questo ponte ottomano a tre archi in pietra e gesso che per secoli ha permesso ai cittadini di passare da una sponda all’altra del fiume Miljacka divenne nel 1914 il teatro di un evento che cambiò il corso della storia mondiale. Fu qui che lo studente serbo-bosniaco Gavrilo Princip assassinò l’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico: questo episodio fu la scintilla che fece scoppiare la Prima Guerra Mondiale.
Oggi il Ponte Latino è un luogo pacifico da cui osservare il via vai di gente nel centro storico di Sarajevo.
La Galleria 11/07/95 ha impresso nel suo nome la data di uno degli eventi più dolorosi nella storia dell’Europa contemporanea: il massacro di Srebrenica, che viene qui ricordato come simbolo della sofferenza di persone innocenti e dell’indifferenza.
Nel luglio 1995 in una cittadina all’epoca dichiarata zona protetta dell’ONU le milizie serbe uccisero 8372 civili bosniaci con il solo intento di distruggere un gruppo etnico, gettandoli poi in fosse comuni: un vero e proprio genocidio, condannato nel 2007 dalla Corte internazionale di giustizia.
Questo museo-galleria racconta gli effetti devastanti di questi tragici fatti sui sopravvissuti con documenti storici, opere artistiche e contenuti multimediali (immagini, mappe, registrazioni audio e video). Vengono inoltre organizzate mostre temporanee sulla guerra nell’ex Jugoslavia, altre guerre presenti e passante e in generale tematiche legate ai diritti umani e alla fratellanza.
Il centro culturale della comunità islamica di Sarajevo è la bellissima moschea Gazi Husrev-beg, la più grande della città, riccamente ornata con intricati motivi islamici e sormontata da cupole di varia grandezza.
Costruita nel 1532, venne gravemente danneggiata durante la guerra ma era considerata così importante per la vita culturale della città che già nel 1996 iniziarono i lavori di ricostruzione.
La moschea è aperta ai visitatori non musulmani, ma si richiede un abbigliamento consono a un edificio sacro.
Una meraviglia architettonica di Sarajevo è la Cattedrale Ortodossa della Natività di Gesù, una chiesa barocca con elementi serbo-bizantini facilmente riconoscibile per le sue cinque grandi cupole. Costruita nel 1868, è una delle più grandi chiese ortodosse dei Balcani.
Il più importante edificio di fede cattolica a Sarajevo è la Cattedrale del Sacro Cuore, un’imponente chiesa in stile neogotico con due torri gemelle alte ben 43,2 metri. Fu iniziata nel 1884 e completata cinque anni dopo; il progetto è di Josip Vancaš.
L’interno presenta alcuni elementi romanici ed è decorato con pregiati dipinti e affreschi; fermatevi ad ammirare anche le vetrate, in particolare quelle dell’abside e del corridoio laterale di foggia austriaca.
Per completare un itinerario ideale delle quattro religioni di Sarajevo non potete non visitare il Nuovo Tempio. Costruita prima della Seconda Guerra Mondiale, è la sinagoga più bella della città, arricchita da marmi colorati e da un’imponente cupola.
Uno dei più bei edifici civili di Sarajevo è la Biblioteca Nazionale ed Universitaria di Bosnia ed Erzegovina (chiamata Vjećnica dalla gente del posto), uno sfarzoso palazzo lungo le rive del fiume dichiarato monumento nazionale.
Costruito alla fine dell’Ottocento, per la sua eleganza e le sue ricchissime decorazioni fa pensare a una reggia austriaca ed è sicuramente l’edificio più rappresentativo del periodo di dominazione austro-ungarica in Bosnia; tuttavia, la bellissima facciata bicolore decorata con elementi moreschi somiglia più a un palazzo andaluso che a una corte viennese.
Il palazzo fu utilizzato come municipio fino al 1949, in seguito come biblioteca; andò a fuoco nel 1992 e fu riaperta soltanto nel maggio 2014. Venne gravemente danneggiato durante la guerra ma i lavori di ristrutturazione hanno rispettato l’originale in ogni minimo dettaglio.
Oggi è un attivo centro culturale, sede di numerosi eventi; ospita anche una galleria fotografica e spazi per esposizioni permanenti. Entrate a dare un’occhiata: potrete ammirare magnifiche arcate, finestre, scalinate, vetri intarsiati e altre raffinate decorazioni.
Un museo e un tunnel: il primo racconta gli orrori della guerra, il secondo servì durante quegli anni drammatici a portare in salvo feriti e far giungere generi alimentari e altre merci di prima necessità alla popolazione.
Oggi si può visitare una piccola sezione del Tunel Spasa, noto anche come Sarajevo Tunnel: solo 25 degli 800 metri scavati, pochi ma sufficienti a comprendere l’importanza di questa via sotterranea, l’angoscia di chi lo attraversava mettendo a rischio la propria vita per aiutare altre persone e il forte sentimento di speranza che animava la popolazione di Sarajevo.
Il tunnel è alto circa 1,60 metro e largo un metro; la sezione non visitabile è in larga parte collassata. Prima della sua costruzione l’unico modo per far giungere aiuti umanitari alla popolazione era attraversare la pista dell’aeroporto, una zona rischiosissima dove molte persone perdettero la vita.
L’ingresso al Tunel Spasa avviene attraverso una casa oggi adibita a museo, con documenti d’epoca e videoproiezioni; in esposizione troverete anche un plastico in scala dell’intero tunnel. La casa di per sé è molto semplice e sulla facciata si possono vedere ancora i colpi dell’artiglieria serba.
Nonostante il bel nome, il colore rosso delle rose di Sarajevo non allude ad amore e passione ma purtroppo al sangue versato durante l’assedio della città.
Sono i buchi lasciati sui marciapiedi della città dai mortai dei soldati serbi: finita la guerra vennero dipinti di rosso per non dimenticare. Si trovano un po’ ovunque, ma purtroppo in molti punti la tinta sta sbiadendo e le rose rosse rischiano di passare inosservate.
Un altro luogo dove le ferite della guerra sono ancora visibili e concrete è la via Ulica Zmaja od Bosne, soprannominata Viale dei Cecchini per la presenza di numerosi cecchini serbi appostati nelle vicinanze durante l’assedio della città.
È una via che collega la parte industriale della città all’aeroporto, fuori dagli itinerari a piedi del centro storico, da visitare solo se avete un particolare interesse per queste tematiche.
Se lo fate, fermatevi un attimo a immaginare l’angoscia provata dai cittadini che dovevano attraversare questo largo viale sapendo di rischiare di morire uccisi da un cecchino. Si stima che 225 persone morirono e più di mille vennero ferite.
Se dopo le visite ai musei e monumenti della guerra volete rendere omaggio a chi durante il conflitto ha perso la vita potete recarvi al Cimitero dei martiri di Kovači, dove sono sepolti i bosniaci che si difesero dagli aggressori serbi e Alija Izetbegović, il primo presidente della Bosnia libera.
È una cascata di lapidi bianche sulle pendici di una collina: viste da lontano sembrano un’unica macchia bianca in mezzo al verde della vegetazione e ai tetti rossi delle case. Il cimitero è senza recinzioni e quindi visitabile 24 ore su 24, ma il momento migliore è al tramonto, quando maggiormente si apprezza il silenzio e l’atmosfera toccante di questo luogo.
La collina di fronte, chiamata Fortezza Gialla, è un ottimo punto panoramico da cui ammirare la città di Sarajevo dall’alto.
Teatro di sanguinosi attentati durante la guerra, il mercato coperto di Pijaca Markale nel centro di Sarajevo è oggi un vivace luogo di aggregazione e di scambi, proprio come famosi mercati di altre capitali europee.
Potrete acquistare frutta e verdura fresca e assaggiare il burek, una torta salata d’origine turca molto diffusa nei Balcani, e cimentarvi nella street photography.
La città di Sarajevo ha una sua forte cultura del caffè alla pari di Vienna e altre capitali dell’Europa centro-orientale, ma anziché visitare una elegante caffetteria che vi fa sognare i fasti dell’Ottocento perché non provare qualcosa di più curioso?
Caffè Tito è una caffetteria a tema comunista dedicata all’ultimo presidente della ex Jugoslavia Josip Broz Tito, un personaggio controverso che però molti bosniaci ancora ricordano in una luce positiva (forse perché la guerra scoppiò in seguito alla sua morte).
Potrete sorseggiare un caffè curiosando tra le foto di Tito appese alle pareti o pubblicate sui giornali d’epoca sparsi tra i tavolini.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
Pur essendo una meta turistica ancora poco visitata rispetto alle altre capitali europee, Sarajevo ha una quantità di hotel e appartamenti per turisti davvero notevole; gli standard qualitativi sono buoni e i prezzi molto economici.
I giovani e i viaggiatori che puntano al massimo risparmio possono contare su un’ampia scelta di ostelli, guesthouse economiche e appartamenti semplici ma puliti. Gli hotel 3 stelle garantiscono un comfort maggiore e sono spesso ospitati all’interno di edifici moderni, molto funzionali, ma dato che i prezzi degli hotel di Sarajevo sono così bassi perché non concedersi un 4 o 5 stelle?
La zona migliore dove dormire a Sarajevo è il quartiere storico di Baščaršija, il più affascinante, comodo a tutte le principali attrazioni turistiche e ricco di locali dove mangiare e bere la sera. Se prenotate in altre zone fate attenzione alla distanza dal centro: ricordate che Sarajevo è stretta tra le montagne e se vi allontanate potreste poi avere difficoltà a spostarvi.
La città di Sarajevo è dotata di aeroporto internazionale, ma non sono in servizio voli low cost da/per l’Italia.
Il modo più semplice per arrivare in questa città – e probabilmente il più economico – è raggiungere la Croazia in aereo o in traghetto e da lì proseguire in auto. Se viaggiate con un’auto a noleggio al momento della prenotazione specificate che intendete varcare il confine: probabilmente dovrete pagare qualcosa in più, ma in caso di incidente siete coperti dall’assicurazione.
La città si trova in una conca stretta tra le montagne per cui le strade da percorrere sono in molti tratti tortuose. Calcolate circa 4 ore di viaggio da Dubrovnik o Spalato.
Un’altra possibilità è volare su una città europea collegata a Sarajevo da voli diretti low cost e raggiungere la vostra meta finale con un altro volo.
Raggiungere Sarajevo dalla Croazia con i mezzi pubblici è possibile, ma il viaggio è molto lungo (mettete in conto 6-8 ore a seconda della città di partenza). Potete prendere un autobus diretto da Dubrovnik, Spalato e Zagabria.
Che tempo fa a Sarajevo? Di seguito le temperature e le previsioni meteo a Sarajevo nei prossimi giorni.
Sarajevo si trova quasi al centro della Bosnia-Erzegovina, un paese la cui forma ricorda vagamente un triangolo con la punta rivolta verso la Serbia e la Croazia settentrionale. Dista circa 130 km da Mostar e 250 km dalle città croate di Dubrovnik e Spalato.